Dal buio all'oro by Bruno Mossa De Rezende

Dal buio all'oro by Bruno Mossa De Rezende

autore:Bruno Mossa De Rezende [Mossa De Rezende, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-03-10T12:00:00+00:00


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Un abbraccio d’oro

Il Brasile che si presenta all’Olimpiade del 2016 nella mia Rio è una squadra uscita da un percorso travagliato. Il gruppo ha subìto un ingente ricambio generazionale, perdendo leader del calibro di Giba, Ricardo, Rodrigão, e il palmarès dell’ultimo quadriennio è impietoso per una nazionale abituata a vincere come la nostra: veniamo sconfitti in finale al Mondiale del 2014 (dalla Polonia) e alle World League del 2013 e 2014 (rispettivamente da Russia e Usa), mentre nel 2015 non ci qualifichiamo nemmeno per le semifinali. Le uniche soddisfazioni arrivano dal campionato sudamericano conquistato nel 2013 e 2015 e dalla Grand Champions Cup, sempre nel 2013.

Ci avviciniamo a Rio con l’etichetta scomoda quanto pesante di gruppo che non sa vincere. Noi siamo quelli che arrivano secondi. E arrivare secondi, nello sport, significa che non sei un vincente. “La generazione di prima conquistava l’oro, a questi manca sempre l’ultimo spunto”: lo dice la stampa e lo dicono i tifosi, ci paragonano costantemente alla squadra che ha vinto tutto, soprattutto l’Olimpiade del 2004. Ci pesa, tanto.

L’antipasto del torneo olimpico sono le Final Six di World League, in programma a Cracovia un mese prima dell’inizio dei Giochi. Noi ci arriviamo di slancio, con otto vittorie e una sola sconfitta, e vogliamo sfruttare l’occasione per toglierci di dosso l’etichetta di squadra “d’argento”. Per quanto riguarda me, lo stato di forma è buono, mi sento al top: ho appena terminato la stagione con Modena, quella del triplete: da un punto di vista psicologico, è la situazione ideale.

A Cracovia siamo in quindici: i due opposti sono Wallace ed Evandro; al palleggio ci siamo io e William; i due liberi sono Sérgio e Tiago Brendle; al centro, senza Sidão infortunato, abbiamo Lucas, Maurício Souza, Éder e Isac; mentre gli schiacciatori sono cinque, Maurício Borges, Felipe, Douglas, Lucarelli e Murilo. Di questi quindici, al termine delle Final Six, ne rimarranno dodici, perché solo dodici sono i posti disponibili per Rio. Insomma, dopo mesi e mesi di condivisione, tre di noi non disputeranno l’Olimpiade di casa.

I dubbi girano intorno ai nomi di due senatori del calibro di Sérgio e Murilo, due totem di questo gruppo con cui ho condiviso molto del mio vissuto in nazionale. Il primo non è al top e per tutta la World League si alterna con il secondo libero. In semifinale (vinta 3-1 contro la Francia), non gioca una delle sue migliori partite, e mio padre decide di tenerlo fuori in finale per testare l’affidabilità di Tiago Brendle nelle partite importanti. Su Murilo ci sono dubbi legati alla sua tenuta fisica dopo un’estate in cui i guai muscolari lo hanno tormentato.

Ho una certezza: qualunque sia la decisione, per me sarà un brutto colpo. Oltre a essere entrambi straordinariamente forti, sono esempi, amici, compagni di tante battaglie. Sono per distacco i due giocatori che ho osservato di più, quelli da cui mi sono abbeverato alla ricerca di spunti tecnici e mentali. Sono gli esempi che mi hanno accompagnato fino a quel momento.

Arriviamo in finale con un percorso netto ma, una volta lì, perdiamo.



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